Un minuto di Storia dell'Arte - Araldica: Una legittimazione "a suon di griffe"

Un minuto di Storia dell’Arte – Araldica: Una legittimazione “a suon di griffe”

Jean-Auguste-Dominique Ingres,
Napoleone I sul trono imperiale, 1806,
Parigi, Musée de l’Armée

Piccoli estratti dai nostri corsi per

UN MINUTO di STORIA dell’ARTE

Dal corso sull’Araldica, condotto da Gabriele Rèina: un ritratto emblematico nella storia di una escalation e di una legittimazione “a suon di griffe”.  

«Molti dipinti, statue, suppellettili, sono spesso ricoperti di simboli arcani, magari negletti. Analizzando il grande ritratto di Napoleone in trono, di Ingres, ne rileviamo la grande ricchezza. 

Il seggio imperiale è fregiato ai lati dalle aquile imperiali, che Bonaparte fece pedissequamente copiare da quelle romane. Un’altra aquila, più stilizzata, risalta sul tappeto ai suoi piedi. Sedici aquile compongono il collare dell’Ordine della Legion d’Onore sul suo petto, disegnato − si dice − da Vivant Denon.

Nella mano destra il Corso impugna lo scettro di Carlo V il Saggio (1338-1380), oggi al Louvre. Utilizzato per le incoronazioni di tutti i re (tranne Carlo VII ed Enrico IV), era custodito nel tesoro di Saint-Denis, e Bonaparte lo fece allungare a guisa di pastorale. Sulla sommità presenta una statuetta raffigurante Carlomagno, poggiante sul fiordaliso, voluto riferimento alla discendenza carolingia dei Capetingi-Valois e potente emblema di legittimazione. Sulla base spicca il distico originale, assai significativo: SANTUS KAROLUS MAGNUS ITALIA, ROMA GALLIA ET ALIA.

Nella sinistra Napoleone tiene la “Mano di giustizia”, forse addirittura di fattura carolingia, questo scettro davidico (ai tempi dei carolingi si credeva che il nome del sovrano biblico significasse “mano forte”), sfoggia una mano eburnea con anulare e mignolo ripiegati nel palmo e le altre tre dita tese. Il pollice sottintendeva il re, l’indice la ragione, il medio la carità e le altre due la fede cattolica. Entrambi questi scettri figuravano in decusse nello stemma imperiale napoleonico, con l’aquila d’oro in campo azzurro.

Come i Valois e i Capetingi riallacciavano ai Carolingi la loro legittimità al trono, così fece Napoleone attraverso i medesimi simboli, ma saltando i Borbone, come testimoniano le api merovinge-carolingie e la corona di lauro, evocando il passato romano e i regni romano-barbarici eredi dell’impero.

©Gabriele Rèina per CorsiArte

Storia dell’Araldica, come fonte iconografica per una più corretta contestualizzazione, datazione e attribuzione dell’oggetto d’arte, attraverso le sue funzioni: civica, nobiliare e conseguenti applicazioni in tutti i settori delle arti e al mercato antiquario

Napoleone I sul trono imperiale (noto anche come Sua maestà l’imperatore dei francesi sul suo trono) è un dipinto (260×163 cm, olio su tela) del pittore francese Jean-Auguste-Dominique Ingres realizzato nel 1806. È esposto al Musée de l’Armée di Parigi.