BIANCA BODINI BRUNO
Daniela Campagnola
Per noi del “Gruppo Veneto” è sempre stata la “Signora Bodini”, così energica intraprendente e soprattutto convincente! Sì perchè decidere di iscriversi ai Corsi d’Arte Antiquaria per chi doveva partire dall’entroterra padovano come Ugo o come Stefania da Peschiera, Ornella e me medesima da Verona non è stato così facile, ma l’entusiasmo che “ la Signora” da subito ci trasferì fu tale che armati di buona volontà e voglia di conoscenza iniziammo l’avventura. Era l’autunno del 1996 e così, per gli anni seguenti, nonostante le alzate all’alba e la rinuncia ai desiderati sabati di relax, nonostante i viaggi occupati da test e ripassi per giungere preparati alle verifiche, vivevamo intensamente l’impegno milanese fino al raggiungimento dei sospirati titoli. Ci si accorgeva, via via, che gli insegnamenti impartiti dagli ottimi docenti e l’organizzazione dei corsi superavano le nostre esperienze formative precedenti, dico anche oltre i corsi universitari… Ma la regina della scena era sempre la nostra “Signora Bodini” non si faceva in tempo a concludere un corso che già ce ne suggeriva un altro, un approfondimento, una sottolineatura, sempre propositiva ma soprattutto sempre di buon umore. La ricordiamo proprio per quella innata dote di simpatia che sprizzava ogni qualvolta entrava in aula e si apriva in allegre risate che anticipavano sovente qualche severo ragguaglio per quell’aria così disinvolta e artistica che mimetizzava la sua professionalità come esperta e come grande organizzatrice. Grazie “Signora Bodini” perchè forse non ho avuto il tempo e il modo per dirLe personalmente quanto sia stato importante per me partecipare ai suoi corsi. Si perchè le conoscenze acquisite mi hanno permesso di crescere professionalmente e diventare un punto di riferimento nel campo peritale per il territorio in cui vivo: non è poco, ed è per questo che ancora oggi frequento i corsi di aggiornamento, ed è per questo che continuerò a farlo. Sono certa che la grande eredità organizzativa da Lei lasciata troverà la sua giusta continuazione in chi Le ha sempre creduto, è questo che desideriamo, anche in Suo ricordo.
(Daniela Campagnola)
Elvira Betto Salvetti
Una persona speciale, appassionata di arte, di antiquariato e di cultura. Di lei ricordo soprattutto l’entusiasmo, la passione e la tenacia nel portare avanti un progetto che allora, a metà degli anni 90, sembrava un’utopia. Ha saputo coinvolgere nell’impresa i migliori esperti dei vari settori, muovendosi da sola in mezzo a tanti ostacoli e tante difficoltà spinta solo dalla forza delle sue idee e dall’entusiasmo di poter diffondere l’amore per le arti applicate antiche e per la conoscenza che sola permette di apprezzarle. Se n’è andata all’improvviso continuando a fare progetti e a credere in quello che l’aveva spinta a creare, unica in Europa per l’interesse e la qualità delle proposte, la scuola di arte antiquaria che ha formato tanti esperti nei vari settori. Noi le siamo grate per quello che ci ha dato e per quello che ci ha permesso di raggiungere, spinti dalla sua forza, dal suo coraggio e dalla sua passione.
(Betto Salvetti Elvira)
Ferdinando Superti Furga
Ho assistito, inizialmente per pura curiosità, alla presentazione dei Corsi Arte Antiquaria nel settembre 2003. In quell’occasione, dopo l’illustrazione dei corsi stessi, ho avuto un lungo e piacevole colloquio con Bianca Bodini Bruno. Non ero interessato a frequentarli per finalità di ordine professionale né come esperto né come mercante. Il mio scopo era piuttosto quello del collezionista rivolto alla sfera della pittura antica. Ritenevo infatti indispensabile acquisire una conoscenza sistematica, e non puramente episodica, del periodo artistico cui mi riferivo. Ho potuto notare in Bianca Bodini Bruno una passione e un entusiasmo per questi argomenti che mi hanno subito persuaso ad iscrivermi ai corsi di cui, nel corso del tempo, ho potuto apprezzare l’alta professionalità nell’organizzazione e nella docenza. In questo momento, davanti alla sua troppo precoce scomparsa, desidero ricordare con affettuosa commozione la professionista e l’amica.
(Ferdinando Superti Furga)
Francesca Pelagatti
Desidero con queste parole “ritrarre” per tutti voi, cari colleghi, colei che tutti conoscevamo in quanto direttrice di Corsi Arte Antiquaria. Non è difficile: un vulcano in piena eruzione, possente, affascinante e spettacolare. Mi dispiace che molti di voi non abbiano avuto la fortuna, non tanto di conoscerla, quanto di apprezzarla anche al di fuori del suo ruolo professionale. Io ho avuto questa bellissima possibilità; ho lavorato a stretto contatto con lei per tanto tempo e vi assicuro che proprio in questo periodo ho conosciuto ancor meglio “la Bianca”. La sua creatura, la sua scuola, è stata davvero una delle sue ragioni di vita, tanto da spingerla a fare progetti per il futuro anche nel momento della sofferenza più grande. Molti di voi, mi riferisco in modo particolare al settore XVII, conoscevano B.B.B. da tempo e, in questi tristi giorni, la prima cosa a cui fanno riferimento, ricordandola, è la sua forza, la tenacia e soprattutto l’entusiasmo che ha saputo trasmettere in ogni allievo e collaboratore. Questa è la migliore dimostrazione del suo operato! Non voglio che queste parole suonino come una commemorazione nei suoi confronti, ma piuttosto come un invito per ciascuno di voi a svolgere la propria professione con la stessa passione ed entusiasmo. Siamo tutti diversi gli uni dagli altri: tante teste che ragionano autonomamente, tante differenti passioni e hobby. Sfruttiamo le nostre capacità per raggiungere i più svariati obiettivi. Bianca Bodini – vi svelo una curiosità – aveva la passione dei fiori, che rientrava nell’orizzonte più ampio del suo amore per il bello, come, d’altra parte, non è difficile immaginare. Che voi ci crediate o no, è riuscita a trasmettermi anche questa passione!!! Siete tutti validi professionisti, non c’è bisogno di dirlo, ma…credete in ciò che fate con amore, anche se con difficoltà – e mi riferisco in primis al lavoro. Affrontiamo la vita con un bel sorriso sulle labbra, non solo per noi stessi, ma anche per chi lavora con noi. Lei ci ha lasciato così. È questa, forse, la sua più preziosa eredità. Non trovate?
(Francesca Pelagatti)
Luca Melegati
Non è mai facile descrivere e ricordare qualcuno che sia stato parte importante della propria vita lavorativa ed abbia insieme rivestito un ruolo non secondario nelle proprie vicende personali. È questo il caso, per quanto mi riguarda, di Bianca Bodini Bruno. Di lei, lo sa chi ci è stato vicino in questi anni, ho condiviso quasi senza riserve il progetto didattico: conosco bene il divario , spesso demoralizzante, che corre tra l’Italia ed il resto del mondo nel campo dell’insegnamento della storia delle arti applicate e industriali. Bianca Bodini aveva ben presente questa situazione e aveva capito che a Milano avrebbe potuto (e dovuto) affiancarla nella sua avventura il Collegio dei Periti lombardi istituzionalmente dedito al miglioramento della conoscenza, non solo mercantile, degli oggetti d’arte. Ma se di Bianca Bodini Bruno è giusto ricordare qui le felici intuizioni in campo lavorativo, a me piace sottolineare un altro aspetto della nostra conoscenza e cioè il ruolo che non di rado ebbe per me, di consigliera e confidente, pronta all’ascolto e all’aiuto. Sotto i suoi modi franchi non è stato difficile per nessuno trovare il viso dell’amicizia: e di questo, credo, le saremo sempre tutti grati.
(Luca Melegati)
Maria Vittoria Predaval
Era un freddo giorno di febbraio del 1994. Bianca mi aveva chiesto poco tempo prima di tenere un ciclo di lezioni sulla pittura lombarda dell’Ottocento per un’associazione culturale da lei diretta. I contatti erano stati soltanto telefonici. Non la conoscevo ancora personalmente. Quando arrivai, poco dopo l’orario stabilito, in un’aula per nulla prestigiosa, messa a disposizione della poco abbiente società culturale, Bianca non c’era. Erano presenti, però, gli altri associati e alcuni discenti che parevano molto interessati all’argomento. Trovai singolare l’assenza dell’organizzatrice, ma diedi comunque inizio alla prima conversazione del ciclo previsto, cominciando canonicamente dal neoclassicismo lombardo. Mentre scorrevano le prime diapositive dell’Appiani, si aprì rumorosamente la porta dalla quale entrò una signora di cui vidi confusamente la sagoma nell’oscurità necessaria alla proiezione. Una corsista in ritardo – pensai. Simile a me che arrivo cronicamente fuori tempo. La porta sbattuta non mi disturbò. Anzi, mi richiamò alla mente, per associazione di idee, la misteriosa figura di Madame Chauchat nella Montagna incantata di Thomas Mann, che soleva abbandonare la sala da pranzo, lasciando sbattere fragorosamente la porta. L’evocazione letteraria e la comune propensione al ritardo, unitamente al fatto che si fosse disinvoltamente seduta in prima fila malgrado la mancanza di puntualità, suscitarono immediatamente in me sentimenti di curiosità e di simpatia nei confronti della sconosciuta. A lezione conclusa, la signora mi si avvicinò e si presentò: “Sono Bianca Bodini Bruno”. Questo fu il nostro primo, singolare incontro. Notai che era rimasta soddisfatta della lezione che aveva seguito con evidente interesse. Da quel momento i nostri rapporti continuarono e s’infittirono, di mano in mano che venivamo scoprendo forti affinità nel modo di rapportarci al mondo dell’arte e nel comune atteggiamento critico rispetto allo iato che sembrava allora separare irrimediabilmente la sfera del mercato antiquario dal campo della ricerca storico-artistica. “Dobbiamo fare qualcosa. Occorre prendere qualche iniziativa” – diceva Bianca – dando per certo che l’avrei seguita su questa strada. A breve distanza di tempo, infatti, mi invitò nella sua bella casa, i cui arredi denunciavano a prima vista l’amore per il collezionismo, e mi comunicò la sua ferma intenzione di organizzare dei corsi che coprissero i principali settori dell’antiquariato e si rivolgessero a un uditorio cui potessero ugualmente afferire aspiranti operatori del mercato, collezionisti e semplici amatori. Nella sua vulcanica attività di progettazione aveva comunque già previsto un settore dei corsi dedicato ad approfondimenti specialistici, alla formazione di esperti e all’aggiornamento che oggi è esplicitamente richiesto dalle normative europee. E tutto questo a poco a poco si realizzò. Di fronte alle mie perplessità rispetto ai rischi che una simile impresa poteva comportare, reagì con un ottimismo e una determinazione indomabili e trainanti. Esperta nel settore dell’argenteria antica e, come tale, iscritta al nostro Collegio, ne ottenne il patrocinio che costituì un importantissimo appoggio istituzionale all’avviamento e al successo dei Corsi di Arte Antiquaria, corsi che, da allora, sono brillantemente continuati senza interruzioni di sorta. In questa attività, come tutti sanno, io sono stata progressivamente sempre più coinvolta nel campo della pittura, unitamente ai colleghi Giovanni Anzani e Angela Madesani. L’aumento continuo dell’impegno nelle lezioni, nelle visite a mostre e musei, nell’organizzazione del praticantato e di nuovi percorsi che Bianca continuamente progettava, a volte mi costava fatica, sovrapponendosi per di più alla mia attività universitaria. Con Bianca, però, non era ammesso essere stanchi, né si poteva invocare la mancanza di tempo. “Forza, forza! Ce la fai” – ripeteva sempre. E non era possibile, davanti a tanto entusiasmo e fiducia, dirle di no. Mi faceva spesso osservare come i nostri sforzi fossero stati ampiamente ricompensati: molti dei nostri allievi erano infatti diventati, nel corso degli anni, degli esperti stimati. Il ritorno economico del lavoro svolto era poi l’ultima delle sue preoccupazioni: sempre pronta a ripianare eventuali perdite pur di realizzare compiutamente il progetto pedagogico. Eravamo tutti persuasi che il nostro impegno avesse proposto un programma di formazione serio e meditato, contribuendo a coniugare l’approccio e la preparazione storico-scientifica all’arte con la correttezza e l’esperienza nella pratica delle valutazioni di mercato. Questi risultati dovevano spronarci a proseguire nel nostro compito. Improvvisamente, il 9 maggio scorso, la mia fonte di ottimismo ha taciuto, è scomparsa. Oggi, però, più di ieri, non posso fermarmi, non posso non continuare ciò che Bianca ha fondato e portato avanti con tanta tenacia. Il nostro impegno (mio, degli altri collaboratori, dei corsisti stessi) deve proseguire nella stessa direzione che lei ha indicato. In queste giornate primaverili, fuori non fa più freddo come nel febbraio 1994, al momento del mio primo incontro con Bianca. Da quando lei non c’è più, fa tanto freddo dentro.
(Maria Vittoria Predaval)
Marisa Addomine
Ho avuto il dono di conoscere Bianca prima come allieva del corso di Mobili Italiani del Settecento, poi come docente nella sua stessa scuola e come amica. Ho ammirato la sua intraprendenza, la sua ostinazione nel cercare il meglio nelle persone e nelle cose, la sua capacità di credere e di realizzare quello che molti auspicavano, e che con lei è diventato realtà. Ha saputo fondare una scuola per la formazione di specialisti nelle Arti maggiori e nelle Arti Applicate a livello dei migliori corsi europei, in cui docenti di altissimo profilo – e non parlo per me, che ho tenuto solo corsi accessori – sapessero trasmettere non solo cosa guardare, nell’opera d’arte, ma soprattutto come guardare, come mettersi in sintonia con essa e coglierne l’essenza, pronti nel contempo ad interpretarla con solide basi tecniche e non solo da un punto di vista stilistico o meramente estetico. Dopo gli anni che mi hanno visto allieva dei suoi corsi, è nata tra noi un’amicizia profonda, sorta anche dai tanti – ancorché non comuni – interessi che condividevamo, sul piano dello studio e della crescita interiore. Questa visione che Bianca aveva, questo suo comprendere che, in tutte le cose della Vita, la Scienza sia sterile se non affiancata dalla Sapienza, è forse la chiave di lettura di tutto quello che ci ha saputo trasmettere con i suoi corsi, con una scuola in cui il Sapere viene ancora tramandato secondo una tradizione antica. Grazie di tutto, Bianca.
(Marisa Addomine)
Franco De Ruvo
Michele Subert
È difficile dire quante persone abbiano frequentato Corsi Arte Antiquaria, certo moltissime; e certo tutte – allievi e docenti – avranno sempre vivo il ricordo dei blitz di Bianca durante le lezioni. Senza tanti compli¬menti, anzi, come una valanga, ci assaliva con una congerie di fotocopie, moduli e pieghevoli, sistemava i vari conti e illustrava i nuovi progetti, tutto insieme: una bomba. Basterebbe questo aneddoto a descriverla. Perché per il resto Bianca non amava esibire sé stessa. Allergica com’era a tutti gli aspetti più prosaici del suo ruolo, non amava essere identificata come fondatrice o direttrice, tanto meno come proprietaria della sua scuola, ma era lei stessa CorsiArte Antiquaria, un’idea concretizzata grazie alla propria testardaggine, alla propria fantasia e alla propria passione. Per fortuna ci sei stata tu, Bianca.
(Prof. F. De Ruvo)
(Prof. M. Subert)
Piergiuseppina Baffi
Non è semplice parlare della dottoressa Bodini, non è semplice perché sembra impossibile che non sia più tra noi. Bianca Bodini Bruno era una donna colta e tenace, decisissima a portare avanti il suo progetto di diffusione dell’arte. I suoi corsi, “UNICI IN EUROPA” come lei amava sottolineare con orgoglio, supportati da docenti di altissimo livello, sono stati la sua invenzione più geniale, la sua idea più lungimirante. I “Corsi di Arte Antiquaria”, che con tanto coraggio aveva fondato agli inizi degli anni novanta, continueranno a vivere anche grazie all’impegno dei numerosi corsisti che il suo contagioso entusiasmo ha coinvolto in questi anni. Il ricordo della dottoressa Bodini sarà sempre una guida per tutti coloro che l’hanno conosciuta e che hanno potuto apprezzare la sua competenza e la sua passione.
(Baffi Piergiuseppina)
Raffaella Ausenda
Bianca è stata una delle persone più decise ed energiche che io abbia mai conosciuto in vita mia. Aveva deciso di creare un corso di studi mancante in città: la scuola dei periti esperti in arti figurative. Aveva deciso di avviare corsi d’insegnamento per tutte le arti ed ecco che per le ceramiche aveva incontrato me. Mi aveva “assaggiato” in una visita guidata alla Fiera dell’Antiquariato nel 1992, poi per tre anni avevo tenuto corsi, con Luca Melegati, nella sua prima creatura didattica, l’AEDA, l’ Associazione Estimatori d’Arte Antica. Nel 1996, ottenuto il patrocinio del Collegio, la Scuola di Bianca era diventata “Corsi di Formazione Antiquariale e Specializzazione in tecnica peritale del Collegio Lombardo Periti Esperti Cosulenti.” Oggi siamo nel 2007. Sono così quindici anni che lavoro con Bianca. È troppo presto per usare il passato: ho ancora memoria vivissima dell’ultima volta che, dopo la lezione, ci siamo fermate a chiacchierare su una tovaglia a cineserie. Se mi sforzo nel cercare l’aspetto più determinante della sua persona, quello che mi affiora alla mente è soprattutto la sua energia straordinaria. Nel progettare continuamente nuovi corsi per il prossimo semestre, per il prossimo anno… tanto che anche se tu avevi iniziato la conversazione certa che avresti accettato di farne uno solo, alla fine ti riassumeva il dialogo dimostrandoti che avevi acconsentito a tenerne almeno tre. La sua potenza di convincimento era dovuta solo all’entusiasmo magnifico in quello che faceva: il suo lavoro, la sua creatura, la sua scuola le piaceva follemente. Ci teneva a noi, la sua squadra di docenti “storici”, noi che avevamo visto gemmare altri corsi (sempre con docenti scelti con estrema cura), che avevamo visto inventare nuove iniziative in cui qualità e novità dovevano rendere fedeli gli allievi, farli affezionare alla scuola. E Bianca c’è riuscita: non ho mai visto scuola in cui incontri tanto spesso gli stessi visi nei diversi corsi. Un pensiero, infine, alla magnifica risata di Bianca che le scappava ogni volta che entrava in aula per fare una comunicazione. Continueremo a fare lezione accompagnati dalla quella sua solare risata.
(Ausenda Raffaella)
Vittoria Bodini
Poco più che diciottenne non ricordo esattamente il momento in cui è nato e ha preso forma il progetto dei “Corsi Arte Antiquaria”, ma ricordo con precisione il perché. Ricordo la sensazione di stupita meraviglia nel vedere chi mi stava accanto vivere una trasformazione violenta e totalizzante, quel tipo di trasformazione che subisce chi sente una chiamata interiore verso qualcosa di sublime e di sacro, che diventa lo scopo di una vita da cui non puoi più prescindere, la tua missione. L’amore per l’arte e per l’antiquariato, un amore viscerale e totalizzante, ma anche sofferto perché si riversa in un mondo che si fa custode della Bellezza, che dovrebbe essere patrimonio comune, ma che fino poco tempo fa era invece privilegio esclusivo di pochi eletti. Una rocca inaccessibile che lascia intorno a sé un vuoto che qualcuno ha sentito il bisogno e il dovere morale di tentare di colmare, nel nome dell’insegnamento e della dedizione nei confronti del prossimo che una ex professoressa di lettere ha sempre sentito come primarie necessità. Ma la purezza dell’idealismo e la forza dirompente della passione si cristallizzano in una condizione di sterilità se non sono coniugati a concretezza, praticità, tenacia. Ricordo infatti una persona armata di ferrea volontà e spirito di sacrificio stravolgere interamente la propria vita per dedicarsi completamente alla sua creatura senza risparmiarsi non solo nella scelta oculata di una squadra di professionisti che potessero garantire ai corsi la massima qualità didattica, ma anche con estrema umiltà nel dedicarsi da sola a svolgere i più semplici e banali lavori d’ufficio. Ricordo le lacrime spese di fronte al primo computer che non si capiva nemmeno come e se si potesse accendere, ricordo gli occhi che si chiudevano nelle notti passate in bianco a imbustare il materiale e l’energia dirompente delle mattinate successive che sprigionava nelle ore passate personalmente al telefono nel tentativo di reclutare i primi adepti con tutta la forza del suo entusiasmo, costruendo mattone dopo mattone una struttura solida e articolata nonché una scuola unica nel suo genere, che noi tutti oggi conosciamo. Sono molti i requisiti personali che hanno reso possibile il compimento di quest’impresa da parte della sua fondatrice, ma se devo selezionarne uno solo non ho alcun dubbio, era il suo marchio di fabbrica, la qualità primaria che più di ogni altra contraddistingueva una donna che nella sua vita non è mai giunta a compromessi: l’autenticità. Oggi possiamo affermare che parte di quel vuoto che avvolge il mondo dell’antiquariato è stato colmato e continuerà ad esserlo grazie al lavoro indefesso e appassionato di straordinari e indispensabili collaboratori ma, mi sia consentito, grazie all’anima di una sola persona. Mia madre.
(Vittoria Bodini)
La Scuola – Perché scegliere Corsi Arte – A chi si rivolge – Metodo e Didattica – La Fondatrice