La Luce dell’Arte
Care Amiche e cari Amici di CorsiArte,
in questo tempo natalizio desideriamo ringraziare chi ha scelto di condividere con noi un cammino di conoscenza e invitare chi ancora non ci conosce a scoprire una formazione che pone al centro il valore dell’arte e della cultura.
Nei momenti più complessi della storia, l’arte è sempre stata una testimonianza profonda dell’uomo, capace di lasciare tracce di bellezza, senso e civiltà.
Studiare arte significa entrare in dialogo con questa memoria viva, imparare a riconoscere il valore e leggere il tempo con consapevolezza.
Per noi di CorsiArte, l’arte e lo studio dell’arte sono una testimonianza positiva dell’uomo: una forma di fiducia reciproca, un sapere che costruisce responsabilità, dialogo e senso condiviso.
CorsiArte opera con questa convinzione, offrendo percorsi formativi fondati sul rigore e sulla passione per la conoscenza.
Vi auguriamo giorni di luce, di amorevole studio e di rinnovata fiducia nella cultura.
Buone Feste, da CorsiArte

William-Adolphe Bouguereau
La Vergine e gli angeli (La Vierge aux anges), 1881
Olio su tela
In questa grande tela, concepita per il Salon parigino del 1881, Bouguereau trasforma il tema tradizionale della Madonna col Bambino in una visione di silenziosa intimità. Maria, avvolta in un manto blu profondo, sostiene il Cristo addormentato con un gesto raccolto e naturale, privo di enfasi retorica. Attorno a loro, tre angeli si dispongono in un arco protettivo e suonano dolcemente: la musica, invisibile ma suggerita dai gesti, diventa il vero tramite tra il mondo terreno e quello celeste.
La scena non racconta un episodio preciso della narrazione evangelica, ma costruisce un’immagine devozionale sospesa nel tempo. La luce, diffusa e uniforme, accarezza le superfici senza creare contrasti drammatici; le carni del Bambino e i volti angelici sono modellati con una precisione levigata, mentre i bianchi delle vesti e il blu del manto mariano dialogano in un equilibrio cromatico studiato, che rafforza l’idea di purezza e armonia. La pennellata, quasi impercettibile, elimina ogni traccia del processo esecutivo, invitando l’osservatore a una contemplazione senza distrazioni.
Bouguereau affida qui il sacro non al miracolo o alla visione estatica, ma all’affetto, alla cura e alla musica come metafora dell’ordine universale. L’opera si offre così come un’immagine di quiete assoluta: un canto che non si ode, ma che sembra avvolgere la scena e lo spettatore, trasformando la maternità divina in un’esperienza di dolce e composta spiritualità.
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