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UN MINUTO di STORIA dell’ARTE – MOBILI ITALIANI: Lorenzo Lotto e la vernice d’ambra

Francesco Capoferri, su disegno di Lorenzo Lotto, Giuditta, 1527-1530, tarsia in legni policromi, Bergamo, Santa Maria Maggiore, fronte del Coro

Piccoli estratti dai nostri corsi per

UN MINUTO di STORIA dell’ARTE

Nel corso sulla Storia dei Maestri del Mobile italiano e i legami con i più grandi artisti…, condotto da Giuseppe Beretti, Lorenzo Lotto e la vernice d’ambra per le tarsie di Francesco Capoferri:

«Nella primavera del 1529 i rapporti tra Lorenzo Lotto, a quella data residente a Venezia, e il Consorzio della Misericordia Maggiore, committente del Coro, di sono ormai definitivamente deteriorati. I ritardi nei ritiri dei disegni pronti e dei pagamenti e soprattutto la mancata restituzione dei disegni già impiegati lo mandano su tutte le furie. Ciò nonostante continua, anche se controvoglia e con gran fatica “per aver la mente molto travagliata”, a disegnare gli episodi necessari al completamento del ciclo.

Che al tempo gli intarsiatori utilizzassero vernici “da pittore”, è noto da qualche documento d’archivio in cui si fa cenno proprio al lavoro di pittori e doratori chiamati a completare le opere lignee comprendenti tarsie.

Interessante in tal senso è la lettera di Lotto al quale Capoferri, tramite un consigliere della Misericordia, aveva chiesto di procurargli a Venezia della vernice d’ambra, proprio una di quelle usate dai pittori per la verniciatura finale dei dipinti a olio, che certo egli sapeva dove acquistare.

Occorre però valutare bene le diverse vernici disponibili sul mercato, risponde Lotto, provarle e vedere che non si rivelino difettose. Si tratta di un vero e proprio lavoro e il pittore, visti i rapporti con i committenti che gli lesinano i pagamenti, dichiara senza giri di parole che non ha tempo da perdere e che non può farlo.

Nel marzo 1529 l’intero ciclo era ben lungi dal completamento, ma l’intarsiatore era evidentemente ansioso di verniciarle prima che, con il passare del tempo, l’aria ne alterasse il delicato equilibrio tonale. Sembra poi di capire che Capoferri desiderasse una vernice “scura”, la più difficile di trovare a Venezia di buona qualità.

Una simile verniciatura, che doveva conferire un tono leggermente umbratile e dorato nel rispetto della luminosità dei legni, delle scelte tonali e coloristiche, era evidentemente ritenuta a quel tempo una caratteristica estetica irrinunciabile delle migliori tarsie.»

©Giuseppe Beretti per CorsiArte

I Maestri del mobile italiano e i legami con i più grandi pittori, scultori e architetti dal Quattrocento all’Ottocento. Le vite di cinquanta Maestri che hanno scritto questa storia, ricostruite ripercorrendo le relazioni che li legarono ai grandi protagonisti della storia dell’arte, tra i quali Botticelli, Lotto, Palagi, Bernini, Foggini, Brunelleschi, Juvarra, Piermarini