UN MINUTO di STORIA dell'ARTE - ARALDICA: "un biglietto da visita"​ del 1493

UN MINUTO di STORIA dell’ARTE – ARALDICA: “un biglietto da visita”​ del 1493

Giovanni Ambrogio De Predis (attribuito), Ritratto di Bianca Maria Sforza 1493 circa, National Gallery of Art, Washington

Piccoli estratti dai nostri corsi per

UN MINUTO di STORIA dell’ARTE

Dal corso sull’Araldica, condotto da Gabriele Rèina, la storia sotto traccia di un famosissimo ritratto, quale “biglietto da visita” di una giovane nobildonna.  

«Qualche tempo fa bruciò Notre Dame e l’omonimo libro di Victor Hugo andò a ruba. Chissà quanti avranno meditato sulla pagina che così recita:

“L’araldica è un’algebra. La prima metà del medioevo è scritta nei simboli delle chiese romaniche, la seconda negli stemmi. Sono i geroglifici del feudalesimo dopo quelli della teocrazia”. 

Se acutamente riallacciata alla storia dell’arte questa sottovalutata materia consente davvero di realizzare il sogno di ogni erudito o collezionista: identificare le committenze, le perdute raccolte artistiche, riconoscere obliati personaggi effigiati sulla tela e sul marmo.

Uno dei tanti esempi è questa effigie di Bianca Maria Sforza, che celebra attraverso molteplici attributi (araldici e di costume) virtù e dote della promessa sposa all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo. Il gioiello che sfoggia sul capo non è di invenzione, come risulta dall’inventario del corredo. Valutato 600 ducati, forgiato a “scopetta”, rappresenta l’impresa, o divisa, prediletta di Ludovico il Moro. Il suo significato simbolico di voler ripulire il ducato di Milano da ogni bruttura col motto “Merito et Tempore” (Per merito e con tempo), si accompagna all’esaltazione della casata degli Sforza con l’impresa “della sempreviva” − preziosamente ricamata sulla pettorina e sulla manica dell’abito− detta anche “dei carciofi” o “dei tre porri”. Quando fossero cresciute le tre pianticelle, il ducato avrebbe avuto ragione dei suoi nemici.

Le imprese furono i rebus del Rinascimento e in auge anche alle corti di Francia e Inghilterra»

©Gabriele Rèina per CorsiArte

Storia dell’Araldica, come fonte iconografica per una più corretta contestualizzazione, datazione e attribuzione dell’oggetto d’arte, attraverso le sue funzioni: civica, nobiliare e conseguenti applicazioni in tutti i settori delle arti e al mercato antiquario

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Giovanni Ambrogio de Predis, Blanca Maria Sforza, circa 1493, NGW