Pittura Lombarda dell'800

Pittura Lombarda dell’800

Sviluppo della pittura lombarda nel contesto europeo e delle altre scuole italiane. Autenticità e attribuzioni, e analisi delle tecniche pittoriche. Nozioni di schedatura e catalogazione.
Partenza primo semestre (tra fine ottobre e gennaio)
Docenti
Simona Bartolena
Livello
Specializzazione
due annualità da 120 ore ciascuna
I corsi saranno attivati con un minimo di 10 iscrizioni e chiusi con un tetto massimo di 15

Programma

PITTURA LOMBARDA DELL’OTTOCENTO
NEL CONTESTO DELLA PITTURA EUROPEA E DELLE ALTRE SCUOLE ITALIANE

PRIMO ANNO

  1. Caratteri generali del periodo neoclassico. Le premesse storiche e filosofiche del pensiero neoclassico e il suo rapporto con l’illuminismo. Le origini del movimento a Roma e l’evolversi dei modelli classici di riferimento. Il predominio dell’influsso francese. L’irradiarsi del classicismo nelle altre corti italiane.
  2. La corte di Parma. L’Accademia borbonica e il suo influsso sugli artisti lombardi.
  3. La corte di Milano. Il ruolo della dominazione austriaca nella promozione dello stile neoclassico. Il cantiere di Palazzo Ducale. La lezione francese attraverso i modelli parmensi. L’Accademia di Brera. I primi protagonisti del rinnovamento stilistico nella Lombardia piermariniana.
  4. Il periodo napoleonico: Andrea Appiani e Giuseppe Bossi. La riforma dell’Accademia di Brera.
  5. I rapporti con la Toscana: Luigi Sabatelli a Milano.
  6. La ricezione peculiare del romanticismo in Lombardia. La commistione lombarda di neoclassicismo e romanticismo: Francesco Hayez e Pelagio Palagi.
  7. La situazione storico-artistica di Bergamo: la mescolanza di influssi lombardi veneziani e nordici. La pittura decorativa di tradizione settecentesca: la figura di Vincenzo Bonimini. La pittura di paesaggio bergamasca e il suo manifestarsi a Milano attraverso gli incarichi pubblici di Marco Gozzi. La nascita dell’Accademia Carrara. Il neoclassicismo a Bergamo grazie all’arrivo di Giuseppe Diotti. Il paesaggio classico di Pietro Ronzoni.
  8. La situazione storico-artistica di Brescia: Giambattista Gigola e il gusto troubadour. Il neoclassicismo a Brescia: Luigi Basiletti.
  9. Il successo della veduta urbana in Lombardia. Il ruolo degli scenografi e dei pittori prospettici: Giovanni Migliara e i suoi eredi. Luigi Bisi e Federico Moja. L’influsso del paesaggio nordico attraverso la figura di Giuseppe Canella. L’evolversi della veduta urbana e il suo avvicinarsi alla pittura di genere: la figura di Angelo Inganni.
  10. La pittura di paesaggio in Piemonte in relazione ai suoi rapporti con la Lombardia. L’Accademia Albertina. Il paesaggio topografico di Giuseppe Pietro Bagetti. Il paesaggio romantico in Piemonte attraverso gli influssi d’Oltralpe. Il paesaggio istoriato di Massimo D’Azeglio e il suo successo alle esposizioni di Brera.
  11. La pittura di genere e i suoi rapporti col passato e con l’Europa biedermeier: Giuseppe Molteni e Angelo Inganni.
  12. Evoluzione del genere del ritratto: Giuseppe Molteni, Angelo Inganni, Eliseo Sala.
  13. La scuola di Giuseppe Diotti all’Accademia Carrara di Bergamo: Francesco Coghetti, Enrico Scuri, Giovanni Carnovali, Giacomo Trécourt.
  14. La Scuola Civica di Pavia.
  15. Primi impulsi verso una rivoluzione stilistica nella pittura di storia romantica. L’interpretazione drammatica di Karl Pavlovič Brjullov, Cherubino Cornienti, Pasquale Massacra.
  16. Il successo a Milano della pittura di genere: gli “umili e oppressi” e il descrittivismo di tradizione fiamminga. L’evoluzione del “genere” in relazione agli eventi risorgimentali e la sua commistione con la pittura di storia nel passaggio dalla storia alla cronaca. Domenico e Gerolamo Induno, Angelo Trezzini, Giuseppe Reina.
  17. Evoluzione dei soggetti della pittura di storia: dai modelli del passato medievale alla cronaca e all’impegno civile: Domenico e Gerolamo Induno, Eleuterio Pagliano, Sebastiano De Albertis.
  18. Tra la veduta e la documentazione storica: Carlo Bossoli.

Tecniche pittoriche del primo Ottocento lombardo

 

SECONDO ANNO

  1. L’insegnamento a Brera di Giuseppe Bertini.
  2. Gli esiti naturalistici del romanticismo lombardo e la reazione antiaccademica.
  3. Nuovi soggetti per la pittura di genere e il successo del “settecentismo”: Mosè Bianchi, Giuseppe Barbaglia, ancora Gerolamo Induno ed Eleuterio Pagliano.
  4. I rapporti dei pittori lombardi con le esperienze toscane e coi pittori napoletani Bernardo Celentano e Domenico Morelli.
  5. La svolta naturalistica e il confronto con la fotografia nel rinnovamento del quadro storico: Federico Faruffini.
  6. La prima rinascita della natura morta: Luigi Scrosati.
  7. La Scapigliatura milanese e l’unità delle arti. Le suggestioni internazionali e la lezione di Faruffini e del Piccio. Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Emilio Praga, Enrico Junk, Vespasiano Bignami, Uberto Dell’Orto.
  8. Dalla Scapigliatura al Liberty: Luigi Conconi.
  9. Evoluzione della pittura di paesaggio. Autori di transizione tra romanticismo e naturalismo: Giovanni Battista Lelli, Gaetano Fasanotti, Carlo Jotti, Achille Dovera, Silvio Poma, Guido Ricci, Carlo Mancini.
  10. La stagione matura del naturalismo: la pittura di paesaggio di Filippo Carcano, Uberto Dell’Orto, Francesco Filippini, Achille Tominetti, Eugenio Gignous, Leonardo Bazzaro, Emilio Gola e minori.
  11. La grande rinascita della natura morta: Giovanni Segantini, Emilio Longoni.
  12. Il superamento della prospettiva aneddotica della pittura di genere. Il primato della tematica sociale.
  13. La transizione dal naturalismo al verismo in Lombardia.
  14. Dalla verità della natura alla verità dell’uomo nella visione disincantata delle disuguaglianze nella società di fine secolo. Francesco Filippini, Giovanni Sottocornola e minori.
  15. Dal verismo al divisionismo: i presupposti teorici.
  16. La mediazione di Vittore Grubicy de Dragon.
  17. Le interpretazioni del divisionismo in area lombarda: Giovanni Segantini, Emilio Longoni, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo.
  18. Dal divisionismo al simbolismo: l’ultimo Pellizza; Gaetano Previati; Giovanni Segantini.

Tecniche pittoriche del secondo Ottocento lombardo

NOTE GENERALI

  1. Gli autori verranno esaminati su base biografica e delle opere prodotte, con attenzione all’evoluzione stilistica e dei soggetti.
  2. Durante la trattazione dei singoli autori verrà analizzata anche la loro partecipazione alle esposizioni delle Accademie, delle Società Promotrici di Belle Arti, alle esposizioni nazionali dopo l’unità d’Italia, e i loro rapporti coi mercanti internazionali.
  3. Per ogni autore, ove possibile, verrà fornita indicazione sugli andamenti di mercato più recenti, sulla base dei risultati delle vendite all’asta.
  4. È prevista infine l’osservazione diretta di dipinti lombardi della seconda metà dell’Ottocento in musei ed eventuali mostre sul tema.