Arturo Vermi un volo poetico - by Simona Bartolena

Arturo Vermi un volo poetico – by Simona Bartolena

Inaugurazione venerdì 19 maggio, ore 21.00

Scuderie di Villa Borromeo, Arcore

In occasione dell’inaugurazione sarà presentato il libro Caro Arturo di Anna Rizzo Vermi

Arturo Vermi un volo poetico

una mostra a cura di
Simona Bartolena e Armando Fettolini

in collaborazione con Associazione Arturo Vermi e Anna Rizzo Vermi

Il tema della felicità e dell’esigenza di provare ad affrontare l’esistenza con uno sguardo positivo e gioioso, seppure consapevole, è al centro del progetto La bellezza resta che da ottobre del 2016 sta promuovendo iniziative culturali di vario genere (da mostre d’arte a spettacoli teatrali a conferenze e dibattiti) pensate per diffondere viralmente questo messaggio.

Questa mostra vuole essere un omaggio ad Arturo Vermi, che dell’arte della gioia di vivere fu uno straordinario maestro e interprete.

L’esposizione prende quindi in considerazione soprattutto le opere che l’artista dedicò nello specifico al tema della felicità, in tutte le sue declinazioni.

Milano 1961. In una stagione fertile e dinamica, che ha nel capoluogo lombardo uno dei centri nevralgici della cultura europea, alcuni artisti, tra i quali Arturo Vermi, fondano il Gruppo del Cenobio, inaugurando una significativa riflessione sulla pittura come valore espressivo-scritturale.

Vermi era giunto a Milano nel 1956, e aveva scelto inizialmente, come molti altri della sua generazione, il linguaggio all’epoca più diffuso, l’informale. Negli anni successivi egli trova il suo segno: un segno inconfondibile, di straordinaria efficacia, in cui risiede l’essenza stessa della sua ricerca. Sono i segni reiterati e ossessivi dei Diari, ma anche quelli singoli, esatti, delle Presenze e delle Marine e quelli nervosi, più dinamici e rapidi, dei Paesaggi: tutti vivono nello spazio materialmente circoscritto ma concettualmente infinito della tela abitando l’unico posto che gli è destinato. In ogni segno c’è il ritmo del tempo, quello lento della meditazione e quello rapido e sincopato della vita quotidiana… Pare di udirne il rumore, un ticchettio perso tra il silenzio del cosmo e il rumore dei bicchieri di un’osteria di Brera.

Negli anni Settanta, il tema d’elezione della ricerca dell’artista (e il vero fine della sua esistenza) diventa la felicità. “Nel 1975 ebbi un’intuizione che certamente cambiò la mia vita e il mio lavoro… l’uomo prigioniero della forza di gravità della ignoranza, con la scienza e la cultura mette le ali per proiettarsi nel futuro cosmico, verso un tempo di anni luce, verso la felicità. La felicità quindi è il problema; e questo è il tema del mio futuro lavoro… Ho cominciato a lavorare per la felicità dando per scontato che l’uomo potrà superare gli ostacoli contingenti e che l’obiettivo sarà raggiunto. Nel 1975 feci un giornale dal titolo “L’Azzurro” sul quale pubblicai solo cose belle, avvenimenti felici. Smettiamo di sentirci colpevoli di essere felici, siamo colpevoli di non esserlo!”.

La seconda edizione di questo straordinario giornale verrà distribuita dall’artista stesso nel 1978 alla Biennale di Venezia, in una contagiosa azione di diffusione della felicità.

Le opere del medesimo periodo e degli anni successivi insistono sulle stesse atmosfere: l’oro – presente da sempre nella produzione dell’artista – è il luogo della trascendenza, di una spiritualità luminosa e aperta all’universo; il segno resta ma Vermi – senza remore e senza alcun riguardo per le esigenze del mercato e del sistema dell’arte – si dedica anche alla figurazione, introduce paesaggi e fiori nei suoi dipinti, spiazzando critici, galleristi e collezionisti, abituati a tutt’altro linguaggio. La luna diventa protagonista: con la sua romantica presenza rasserena i cieli di questa Terra, dialogando con il nostro microcosmo (con un fiore, con una conchiglia, con un sassolino…). Il tempo è ancora essenziale. Ora però è sempre più il tempo della Natura, quello che l’uomo pare aver dimenticato (il simbolico Annologio è lì per ricordarlo…). L’importanza dell’amore – nel suo significato più completo e umano – è ostentata, con gioia e senza inibizioni… Perché una rosa è sempre una rosa e non c’è intellettualismo capace di distruggerne il potere evocativo.

Nessuna verbosa dissertazione, nessun sermone: piuttosto un emozionante rincorrersi di immagini gioiose – ora figurative ora astratte, ora semplici immediate ora colte e raffinatissime, ma sempre poetiche –  capaci di volare e portare chi le guarda in volo con loro.

Forse l’opera del Vermi è proprio questo: un volo poetico.

Simona Bartolena

Una mostra organizzata da Comune di Arcore in collaborazione con

heart – pulsazioni culturali
e Festival della Letteratura di Arcore

nell’ambito del progetto La bellezza resta.

La bellezza resta. è un progetto di heart-pulsazioni culturali e Teatro Binario 7